Rispettando i desideri dei
committenti, l’arch. Mark Waghorn ha realizzato una architettura
ecosostenibile, coibentata dalla lana di pecora, per resistere ai
freddi inverni scozzesi.
Per costruire questo tipico esempio
di bioarchitettura sono stati utilizzati materiali naturali a km 0
oppure riciclati: la pietra utilizzata è stata
recuperata dai terreni circostanti, le finiture in legno sono in
rovere della vicina foresta, il pavimento è stato
realizzato recuperando le traversine in legno dei binari
ferroviari dismessi adeguatamente trattati dagli artigiani
locali.
La costruzione inoltre si integra
perfettamente nel paesaggio circostante anche grazie al tetto
giardino, utile sia per la coibentazione che per il
recupero delle acque piovane.
La
bioarchitettura
si diffonde nella metà degli anni '70 grazie all’impegno di alcuni
studiosi contro l’impiego di materiali e sostanze nocive
artificiali nelle costruzioni.
Dalla fine degli anni '80 la
bioarchitettura ha tentato di riunificare diverse discipline, tra cui
studi filosofici e approcci progettuali preesistenti come quelli
dell’architettura organica.
I
principali obbiettivi della bioarchitettura sono il risparmio
energetico e la salvaguardia dell’ambiente. I suoi principi di base
sono il riavvicinamento dell’architettura al rispetto della vita
umana e al benessere psicofisico dell’individuo come abitante,
oltre all'integrazione tra costruzioni e natura circostante.
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