giovedì 23 ottobre 2014

Una casa riscaldata dalla lana di pecora? E' la bioarchitettura, baby!

Rispettando i desideri dei committenti, l’arch. Mark Waghorn ha realizzato una architettura ecosostenibile, coibentata dalla lana di pecora, per resistere ai freddi inverni scozzesi.
Per costruire questo tipico esempio di bioarchitettura sono stati utilizzati materiali naturali a km 0 oppure riciclati: la pietra utilizzata è stata recuperata dai terreni circostanti, le finiture in legno sono in rovere della vicina foresta, il pavimento è stato realizzato recuperando le traversine in legno dei binari ferroviari dismessi adeguatamente trattati dagli artigiani locali.
La costruzione inoltre si integra perfettamente nel paesaggio circostante anche grazie al tetto giardino, utile sia per la coibentazione che per il recupero delle acque piovane.

La bioarchitettura si diffonde nella metà degli anni '70 grazie all’impegno di alcuni studiosi contro l’impiego di materiali e sostanze nocive artificiali nelle costruzioni. 
Dalla fine degli anni '80 la bioarchitettura ha tentato di riunificare diverse discipline, tra cui studi filosofici e approcci progettuali preesistenti come quelli dell’architettura organica.
I principali obbiettivi della bioarchitettura sono il risparmio energetico e la salvaguardia dell’ambiente. I suoi principi di base sono il riavvicinamento dell’architettura al rispetto della vita umana e al benessere psicofisico dell’individuo come abitante, oltre all'integrazione tra costruzioni e natura circostante.

Nessun commento:

Posta un commento